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Consumatori taglieggiati: dal 2002 aumenti costati 12.700 euro a famiglia

È come aver subito una riduzione drastica ma apparentemente invisibile del proprio stipendio: 1.155 euro l’anno dal 1 gennaio 2002 ad oggi, con un conto finale in 11 anni di 12.700 euro a carico di ogni nucleo famigliare ed un trasferimento totale di ricchezza pari a 279,5 miliardi.

A calcolarlo sono Adusbef e Federconsumatori, sottolineando come «l’assoluta mancanza di controlli a partire da 1 gennaio 2002, ha falcidiato il potere di acquisto di lavoratori e pensionati a reddito fisso letteralmente taglieggiati, costretti a subire prezzi e tariffe raddoppiate con il pretesto dell’euro da parte di cartelli bancari ed assicurativi, monopolisti elettrici e del gas ed interi settori della filiera dei prezzi (eccetto le telecomunicazioni), che hanno sottratto dalle tasche dei consumatori e delle famiglie ben 279,5 miliardi di euro al 31.12.2012, trasferiti a favore di quei settori che hanno avuto la possibilità di determinarli».

Secondo lo studio Adusbef-Federconsumatori, il trasferimento forzoso è avvenuto anche a causa di un tasso di cambio vessatorio pari a 1.936,27 lire per 1 euro (che ha così determinato l’equazione di 1.000 lire 1 euro per moltissimi prodotti di largo consumo) imposto all’Italia dai Paesi più forti d’Europa. Il resto lo hanno fatto i costi più elevati dei servizi bancari, con 295,66 euro contro una media Europea di 114; le bollette elettriche e del gas più alte del 30%; le tariffe Rc Auto più care dell’80%, i prezzi dei carburanti più alti di 9 centesimi di euro a litro e i tassi sui mutui prima casa più esosi di 1,19 punti.

Fonte: www.corriere.it